Pensieri in libertà

L’autoregolazione: questa sconosciuta

Un popolo che ha bisogno dell’esercito per autoregolarsi non ha speranze.
E alimenta i sogni dei nostalgici delle dittature.

Autoregolarsi non significa solo cercare sempre la felicità, ma anche saper accettare le proprie emozioni spiacevoli.

Sacrificarsi quando vorremmo essere altrove, saper aspettare che passi la bufera per soddisfare i nostri bisogni (che no, non sono quelli primari).

Autoregolarsi significa saper differire il rinforzo.

Ami andare fuori, vederti con gli amici, fare sport all’aria aperta? Riavrai tutto questo se saprai aspettare.

Autoregolarsi significa spostare la propria attenzione su rinforzatori accessibili.

Ami andare fuori, vederti con gli amici, fare sport all’aria aperta?

Prendi aria e luce ogni volta che puoi senza andare per strada, mantieni i contatti con i tuoi amici attraverso le tecnologie, continua a fare attività sportiva in casa.

Questi sono rinforzatori accessibili.

Un ottimo rinforzatore personale è anche provare soddisfazione per come si riesce a regolare se stessi.

Cercare di essere un buon esempio per gli altri, senza per questo riversare su di essi la nostra paura ed il nostro risentimento.

Autoregolarsi significa misurare le parole di odio e risentimento verso quelli che no, proprio non ce la fanno ad autoregolarsi.

Perché in risposta all’odio ed al risentimento diffuso, l’unica risposta è l’esercito.

Ed abbiamo per l’ennesima volta perso l’occasione di provare almeno un po’ a sviluppare la nostra autoregolazione, di crescere, come popolo e come persone civili.

#intelligenzaemotiva #metaemozioni #costruiamoilbenecomune

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