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Intervista sull’Intelligenza Emotiva per i quaderni ACP dell’Associazione Pediatri.

Intervista di Angelo Spataro a Antonella D’Amico

CHE COSA È L’INTELLIGENZA EMOTIVA?

Nel definire questo costrutto, ho da tempo “sposato” la posizione degli studiosi americani Peter Salovey e John Jack Mayer, che hanno definito l’intelligenza emotiva come una gamma di abilità cognitive specializzate nell’elaborazione delle informazioni emotive, definite “calde” (ad esempio, le espressioni emotive facciali delle emozioni o i segnali non verbali come postura e tono di voce), in contrapposizione a tutte le altre informazioni definite “fredde” (ad esempio numeri, termini linguistici, memoria di luoghi e posizioni, ragionamento astratto, ecc.)

L’intelligenza emotiva corrisponde in particolare alla capacità di usare le informazioni “calde, in modo intelligente, e quindi non solo di percepirle, ma anche di usarle, comprenderle e regolarle funzionalmente per l’adattamento in ogni situazione e contesto di vita.

L’INTELLIGENZA EMOTIVA AIUTA A VIVERE MEGLIO?

Senz’altro, come dimostrato in moltissimi studi di cui parlo dettagliatamente in uno dei due volumi che ho recentemente pubblicato, “Intelligenza Emotiva e MetaEmotiva (n.d.r. Edizioni Il Mulino).

Le emozioni sono onnipresenti e influenzano ogni aspetto della nostra vita, saperle riconoscere, utilizzare comprendere e gestire risulta essenziale non solo al mantenimento del benessere ma alla stessa sopravvivenza.

Con il costrutto di intelligenza metaemotiva, ho poi voluto sottolineare che non è sufficiente essere emotivamente intelligenti, è anche fondamentale essere consapevoli del proprio “profilo” di intelligenza emotiva, dei suoi punti di forza e di debolezza. In altre parole, per mettere veramente a frutto le nostre capacità e saper scegliere le situazioni, i comportamenti e le relazioni che siamo in grado di gestire al meglio, dobbiamo possedere una buona conoscenza delle nostre abilità emotive ed una buona capacità nel valutarle.

Poi, ci vuole molta attenzione ed auto-riflessione, ma anche impegno: una giusta sintesi tra apertura al nostro intuito ed uno sforzo regolazione costante.

EMOTIVAMENTE INTELLIGENTI SI  NASCE O SI DIVENTA?

Come per ogni altra forma di intelligenza, è innegabile che vi siano dei fattori di tipo innato che ci predispongono a sviluppare maggiori o minori abilità in uno o più aspetti dell’intelligenza emotiva. Tuttavia, ciò non significa che chi non ha determiante abilità non possa svilupparle. Sono certamente cruciali le prime esperienze infantili, lo stile educativo genitoriale ed in generale il tipo di accudimento ricevuto, ma è anche possibile e importantissimo potenziare e migliorare le proprie abilità emotive nel corso di tutta la vita e via via assumerne maggiore consapevolezza. 

Sia nel volume già citato che nell’altro di taglio più divulgativo, “Intelligenza emotiva. Pillole metaemotive per vivere meglio” (n.d.r. Edizioni San Paolo), esamino brevemente il metodo MetaEmozioni sviluppato per promuovere l’intelligenza emotiva. MetaEmozioni è un metodo versatile che prevede diverse attività pensate per un’applicazione con bambini e ragazzi nel contesto scolastico o in altri contesti educativi o socioassistenziali. È stato già applicato per la prevenzione del disagio in ragazzi con Disturbo Specifico dell’Apprendimento, così come per potenziare le abilità emotive in adolescenti inseriti in un programma di “messa alla prova” e seguiti dall’Ufficio del Servizio Sociale per i Minori di Palermo.  Più recentemente è stato applicato in diverse scuole italiane grazie ad un progetto di collaborazione tra l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, l’Università di Palermo e l’associazione MetaIntelligenze ONLUS.

MetaEmozioni può anche essere utilizzato pera crescita personale, ed a questo proposito ne illustro alcune “pillole” nel mio libro. In generale, ognuno di noi dovrebbe dedicarsi alla salute delle proprie emozioni proprio fa per la salute del proprio corpo. Ciò perché, come spesso affermo parafrasando Massimo Troisi “l’importante è la salute… psicologica!”

Dovremmo soprattutto ribaltare l’idea che chi si occupa della propria salute psicologica sia una persona con problemi mentali e comprendere invece che l’attenzione alla propria salute psicologica è tipica delle persone sane e, per l’appunto, emotivamente consapevoli. La prevenzione e la promozione del benessere psicologico è una priorità assoluta, a tutte le età ed in tutte le culture e società. MetaEmozioni, ed in generale tutto il lavoro sull’Intelligenza Emotiva che mi pregio di svolgere sulla scia di colleghi ben più illustri di me, nasce esattamente con questo scopo.

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